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Si consolida la ripresa del mercato immobiliare
In una stagione di crescente incertezza, sia dal punto di vista economico e occupazionale, sia sul fronte degli investimenti finanziari, gli italiani si rifugiano nel mattone. Ci sono ben 3,3 milioni di famiglie interessate all'acquisto di una abitazione.
![andamento mercato immobiliare villetta con cartello di vendita fuori dalla porta](https://img.gruppomol.it/articoli/image/casa/1200x801_casa-venduta.jpg)
In una stagione di crescente incertezza, sia dal punto di visto economico e occupazionale, sia sul fronte degli investimenti finanziari, gli italiani si rifugiano nel mattone. Secondo il nuovo osservatorio presentato da Nomisma, ci sono ben 3,3 milioni di famiglie che, nonostante una situazione reddituale e patrimoniale non necessariamente florida, hanno deciso di intraprendere la ricerca di un nuovo immobile.
Anzi, potrebbero essere anche le molteplici incognite su vari fronti a spingere i nostri connazionali verso la riscoperta del mattone, tradizionalmente considerato un bene rifugio. Perché, se è vero che dal 2010 al 2016 vi è stata una contrazione dei prezzi, va detto che nel lungo periodo questo settore ha sempre dato soddisfazioni. Senza dimenticare che, con i mutui che presentano tassi eccezionalmente bassi, la rata del mutuo in molti casi è paragonabile alla spesa per l'affitto, con la differenza sostanziale che la prima consente di diventare proprietari.
Consolidamento della crescita
Nomisma sottolinea che in Italia la ripresa avviata un anno fa si va consolidando, grazie anche a una ripresa economica superiore a quanto previsto fino a pochi mesi fa. I consumi stanno riprendendo quota, ma soprattutto ci sono le prospettive legate all’attuazione del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che inietteranno nel sistema economico risorse importanti, contribuendo a creare occupazione. A rendere gli italiani più ottimisti, prosegue lo studio, è anche una guida delle istituzioni percepita finalmente salda e credibile.
Così il 2021 dovrebbe chiudersi oltre quota 700mila transizioni, ben oltre i 600mila medi che hanno caratterizzato l’ultimo decennio. Di pari passo è atteso un incremento medio dei prezzi nell’ordine dell’1,6%.
La spinta dei mutui
Una spinta importante arriva anche dal supporto del settore bancario nella finalizzazione dell’acquisto della casa, che “si conferma un prerequisito irrinunciabile per la maggioranza delle famiglie italiane. Nonostante il leggero aumento del reddito lordo disponibile, il ricorso al mutuo da parte della domanda risulta in crescita, avendo raggiunto nell’ultimo anno un tasso di copertura delle compravendite del 52,5% a fronte del 51,7% registrato nel 2019.
Le banche, che su altri segmenti del business si sono fatte particolarmente prudenti, continuano invece a puntare sulle erogazioni di finanziamenti per l'acquisto delle abitazioni, avendo riscontrato che su questo fronte le insolvenze restano su livelli particolarmente contenuti. Anche se, come sempre, del futuro non c’è certezza. Nomisma sottolinea che "un innalzamento della selettività nelle erogazioni, più che un leggero rialzo dei tassi di interesse, finirebbe inevitabilmente per ridurre in misura tutt’altro che trascurabile il bacino di interesse potenziale, con effetti negativi sull’intensità dell'attività transattiva".
Focus sulla qualità dell'abitare
Lo studio non si sofferma solo sugli aspetti congiunturali, ma approfondisce anche i cambiamenti strutturali in atto. In particolare rileva che la pandemia ha accelerato la ricerca di soluzioni in grado di assicurare una buona qualità dell'abitare: più spazio, connettività, salubrità e minori costi energetici. Una tendenza che si è riflessa in parte nello spostamento della domanda verso immobili situati nelle immediate vicinanze dei capoluoghi, dove è possibile spuntare prezzi al metro quadro più contenuti e quindi magari acquistare una casa un po' più grande.
Il mercato delle compravendite è cresciuto del 23,6% tra il primo semestre del 2019 e lo stesso periodo di quest’anno, con i mercati di provincia, esterni ai comuni capoluogo, hanno contribuito in misura rilevante a questo incremento.
Affitti ancora in calo
A differenza del mercato d’acquisto, la domanda di locazione nel corso del 2021 non ha recuperato i livelli pre-Covid, dopo l'erosione registrata durante la pandemia quando ha prevalso la propensione all’acquisto. Nei primi sei mesi di quest’anno la domanda di locazione di un'abitazione è cresciuta del 3,5%, ma resta al di sotto di quanto visto fino al 2019. Quanto al futuro, molto dipenderà dall'andamento della pandemia, se ad esempio proseguirà il ricorso all'home working, che ha portato molti residenti nei grandi centri a tornare nei luoghi d'origine, senza quindi necessità di affittare casa nei luoghi di lavoro.
Per capire se la ripresa potrà durare occorrerà attendere del tempo. La capacità di resistenza prima e risalita poi dimostrata dal mercato immobiliare italiano dovrà essere valutata in un contesto finalmente normalizzato. Solo il tempo dirà se l'intensità dei fenomeni in atto è destinata a durare, concludono gli analisti.